Vegani in calo
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Perchè non è vero che il numero dei vegani è diminuito

Grande il clamore suscitato dal recente rapporto Eurispes che sulla base di 1.100 questionari complessivi vuole in calo il numero dei vegani in Italia (ed in aumento quello del vegetariani). Lungi il solo pensiero di dubitare del modello statistico messo in campo dall’ente in questione.

Ma che questa non sia una fotografia oggettiva della realtà è evidente. Molti gioirebbero di una regressione del fenomeno. Dagli allevatori ai latto-dipendenti. Ma non è così. Neppure il drastico taglio dei prezzi di carne e latticini è servito ad arginare la fuga dei latto-ovo-carnivori.

Ne sono quotidiana testimonianza i banchi frigo dei supermercati. Ricchi, ricchissimi di prodotti a base vegetale. Ne sono prova evidente le percentuali elevatissime di menu alternativi per vegani nei ristoranti di qualsiasi latitudine e fascia di prezzo. Chi voleva la scelta vegana un trend del momento deve ricredersi.

La consapevolezze di una scelta importante per il pianeta e per i nostri amici animali non si abbandona perché qualche autogrill non propone alternative. Chi intraprende questa via lo fa con un grado di coscienza molto forte e pertanto difficilmente mutevole.

E la nota marca di gelati che ha creato il cornetto veggy? E il noto brand di prodotti per capelli che ha creato una nuovissima linea di prodotti con ‘formula vegana’? Quando le grandi aziende puntano gli occhi su di un business difficilmente sbagliano perché hanno dalla loro ampie indagini di mercato. Quindi smarchiamo pensieri di arretratezza.

Il mondo, e con esso l’Italia, sta veramente virando al verde. E non per una cieca ideologia ma per un’effettiva necessità di un ritorno ad un contatto più vero con quello di cui ci nutriamo. C’è un bisogno irrefrenabile di spezzare dogmi alimentari generati dal consumismo e da una mistificata lettura delle tradizioni. L’abbondanza del secondo dopoguerra e la nefasta influenza del modella usa hanno generato un mondo di eccessi alimentari ed un totale distacco dalla terra.

Le nuove generazioni sentono il peso e la responsabilità di contribuire ad un mondo che abbia capacità di generare cibo per tutti ma, grazie ad esperienze di vita distanti dalla violenza della guerra, aborrono le atrocità quotidianamente commesse a danno degli animali. I fruitori di un’alimentazione a base vegetale non sono in calo ma bensì in aumento così come lo sono formule intermedie (nonostante il tentativo di creare una frattura tra fanatici dell’etica e tradizionalisti spinti).

Pur nel sogno utopico di un mondo completamente senza crudeltà ben vengano ricette ibride se anticipatrici di un mutamento sempre più radicale. Il mondo è e sara sempre più senza crudeltà.

Del resto lo dice anche google. Le queries legate al termine vegan sono in continua crescita. Google docet.

 

di 

Verde Camilla Parmigiani

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